La curiosità è che, nonostante i due elementi siano quasi una cosa sola, i due gettoni sono stati spesi per modificare il compressore mentre la modifica al turbo è stata fatta passare dalla FIA come modifica legata all’affidabilità.
Ma cos’è un turbocompressore?
Un motore quattro tempi compie quattro fasi: aspirazione della miscela di aria-carburante, compressione, espansione dovuta allo scoppio e scarico dei gas combusti.
Fino al 2013 si sono utilizzati in Formula 1 motori aspirati. Il pistone durante la fase di aspirazione portava all’interno del cilindro la miscela di aria e combustibile dall’esterno. Ovviamente in questo modo la pressione massima che si può raggiungere all’interno della camera di combustione è circa quella ambientale.
Dal 2014 si è tornati ad utilizzare motori sovralimentati (cioè turbocompressi).
Il principio di questi motori è il seguente: durante la fase di espulsione, i gas combusti hanno ancora un’elevata velocità, come si può sfruttare questa “energia” prima di doverli scaricare nell’ambiente?
Il turbocompressore è composto dal turbo e dal compressore collegati tra di loro da un albero.
Il turbo è posizionato a valle della camera di combustione quindi sul collettore di scarico mentre il compressore prima della camera (sui collettori di aspirazione).
La girante del turbo viene investita dai gas combusti e si mette in rotazione.
Questa rotazione, attraverso l’albero, fa girare il compressore che forza l’ingresso all’interno del cilindro della miscela aria-combustibile raggiungendo pressioni maggiori di quella ambiente.
Ovviamente, una quantità maggiore di miscela comporta un lavoro ottenuto maggiore.
Questo aggiornamento è stato portato nel circuito intitolato a Gilles Villeneuve perchè è una pista in cui il motore conta molto e forse è proprio grazie a questa modifica che Vettel ha potuto lottare fino alla fine in qualifica per partire dalla pole position.
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